Dopo quasi tre anni di ritardo, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 24 maggio 2025, è entrato in vigore il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Un documento molto atteso che mette ordine nella giungla di regole già esistenti e prova a creare un sistema più chiaro e uniforme per tutti: lavoratori e lavoratrici, preposti, dirigenti, datori di lavoro, RSPP e ASPP.
L’obiettivo? Da come riporta il sito ZeroMortiSulLavoro - Rafforzare la prevenzione e garantire che la formazione non sia solo un obbligo, ma soprattutto uno strumento utile per lavorare meglio e con meno rischi.
Le novità (e i dubbi)
Il nuovo accordo introduce alcuni cambiamenti importanti. Tra i più discussi c’è la possibilità di svolgere corsi anche online. Una scelta che divide: se da un lato semplifica la vita di aziende e lavoratori, dall’altro rischia di ridurre l’efficacia della formazione, soprattutto nei settori ad alto rischio come l’edilizia. Non mancano i timori per i “corsi di massa” a distanza, dove il confronto diretto con i docenti rischia di perdersi.
Un altro punto critico riguarda i requisiti dei soggetti formatori, che non sono ancora stati definiti: servirà un atto successivo, e i sindacati chiedono di essere coinvolti davvero nelle decisioni.
C’è poi il tema degli attestati fasulli o poco trasparenti. Per evitare confusione, si propone la creazione di un registro nazionale ufficiale che raccolga e certifichi tutti i percorsi formativi.
Datori di lavoro sotto la lente
Il provvedimento tocca da vicino anche i datori di lavoro, chiamati per la prima volta a seguire una formazione obbligatoria. E qui si aprono altri due nodi:
la possibilità di fare corsi online anche per attività ad alto rischio, vista come poco adeguata;
i 24 mesi di tempo concessi ai datori per completare la formazione, giudicati eccessivi: secondo molti, la formazione dovrebbe arrivare prima di iniziare un’attività imprenditoriale, non dopo.
Luci e ombre
Non mancano, però, anche aspetti positivi. Una novità accolta con favore è la scomparsa della regola dei 60 giorni: i neoassunti dovranno essere formati prima di iniziare a lavorare. Un passo che rafforza il principio – semplice ma fondamentale – del “mai più a lavoro senza formazione”.
Un passo avanti, ma non basta
Il nuovo Accordo è sicuramente un passo avanti: mette ordine, aggiorna e uniforma. Tuttavia, restano tante zone d’ombra e differenze tra territori, come dimostra la clausola che consente a Regioni e Province autonome di adottare regole diverse.
La sfida, adesso, sarà trasformare le buone intenzioni in formazione di qualità, accessibile e realmente utile per chi lavora ogni giorno. E i sindacati, come la UIL, promettono di vigilare affinché questo non resti solo sulla carta.