CONGREGAZIONE OPERAIO DEL DUEMILA

Il Ponte sullo Stretto: perché risolvere i problemi del Sud quando puoi costruirne uno sopra?

Finalmente ci siamo: il Governo ha deciso che il vero problema dell’Italia non è la mancanza d’acqua in Sicilia, né le ferrovie del Sud degne del Far West, né l’autostrada Salerno-Reggio Calabria che ogni estate diventa un parcheggio infinito. No, signori: il vero dramma nazionale era non avere un ponte che collega due regioni già scollegate tra loro.

La Presidente del Consiglio e il Ministro dei Trasporti, visibilmente esaltati, hanno annunciato il Ponte come se fosse il nuovo iPhone: “Innovazione, futuro, progresso!”. Peccato che per molti calabresi e siciliani il progresso significhi ancora sperare che passi un treno in orario (o che passi proprio un treno).

Secondo la Cgil e la Fillea, questa è “una scelta sbagliata e pericolosa”. Traduzione: stiamo spendendo 13,5 miliardi per un ponte mentre la gente riempie ancora le taniche alle fontane pubbliche. Ma tranquilli: con il Ponte sarà più facile attraversare lo Stretto per andare a comprare bottiglie d’acqua in Campania.

Le opere vere, invece, quelle che servirebbero, aspettano:
  • La Statale 106 Ionica, più conosciuta come “roulette russa con l’asfalto”.
  • Il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la cui costruzione è diventata ormai patrimonio UNESCO come “cantiere infinito”.
  • Le ferrovie del Sud, che vanno così lente che molti pendolari scelgono ancora l’asino come mezzo alternativo.
Nel frattempo, il Governo ignora i rilievi dell’ANAC: bisognava rifare la gara, i costi sono lievitati oltre il 50%, il progetto esecutivo non c’è. Ma quando vuoi scrivere la storia, che vuoi che sia una “gara d’appalto”? L’importante è tagliare il nastro, farsi la foto e postarla su Instagram con l’hashtag #PonteCheUnisce.

E allora eccoci, con milioni di cittadini senza acqua, strade pericolose, treni inesistenti e soldi che volano via per un ponte che, nella migliore delle ipotesi, sarà pronto quando i nostri nipoti andranno in pensione.

La Cgil e la Fillea promettono battaglia e annunciano che l’11 settembre andranno a Bruxelles a spiegare tutto alla Commissione Europea. Che, probabilmente, risponderà: “Ah, italiani… sempre creativi. Non vi bastava avere le strade peggiori d’Europa, vi serviva pure il ponte più costoso del mondo”.

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