CONGREGAZIONE OPERAIO DEL DUEMILA

Da fabbrica di gomme a eccellenza biotech: il miracolo industriale di Stevanato a Cisterna di Latina


Un anno fa, a Cisterna di Latina, sorgeva ancora il silenzio assordante di una fabbrica dismessa. Gli echi dei macchinari della ex Eurotire, che per anni avevano prodotto ruote in gomma, si erano spenti, lasciando dietro di sé una ferita nel tessuto produttivo dell’Agro Pontino. Ma oggi, su quei 65.000 metri quadrati, non c’è più spazio per la rassegnazione: c’è innovazione, c’è futuro, c’è lavoro. E soprattutto, c’è speranza.

Lo stabilimento di Stevanato Group, inaugurato solo dodici mesi fa, non è soltanto un impianto industriale: è il simbolo concreto di una rinascita possibile, quella che parte dai territori, dalle competenze, dai giovani e dal coraggio di investire dove altri vedono soltanto passato. In un’epoca in cui molte aziende scelgono di delocalizzare, Stevanato ha deciso invece di restare e scommettere sull’Italia, trasformando un’ex fabbrica di pneumatici in un polo d’avanguardia per il biotech farmaceutico.

330 lavoratori in un anno. E non finisce qui

Quando i primi operai sono entrati nello stabilimento di Cisterna, erano in 200. Oggi, a distanza di un solo anno, sono 330. Un incremento del 65% che racconta, meglio di qualsiasi dichiarazione ufficiale, l’impatto di questo investimento sul territorio. E la crescita non si arresta: entro la fine dell’anno si prevede l’assunzione di altri 120 lavoratori.

Ma non si tratta solo di numeri. Dietro ogni nuova assunzione c’è una storia, un volto, una famiglia. C’è il giovane ingegnere che, dopo anni all’estero, ha deciso di tornare a vivere nella sua terra. C’è il tecnico specializzato che temeva di dover cambiare settore dopo la chiusura della precedente azienda. C’è la neolaureata in biologia che, contro ogni previsione, ha trovato lavoro a pochi chilometri da casa.

Un investimento da 200 milioni per il futuro della salute

Per dare gambe a questa rivoluzione silenziosa, Stevanato Group ha siglato importanti accordi di finanziamento: 200 milioni di euro ottenuti grazie al supporto di tre grandi istituzioni finanziarie — Bnl Bnp Paribas, Cassa Depositi e Prestiti e Banco Bpm. Risorse fondamentali per sostenere i progetti di investimento in corso non solo a Cisterna, ma anche nello stabilimento gemello di Fishers, in Indiana, USA.

Nel dettaglio, 50 milioni sono stati destinati proprio a Cisterna, dove verrà potenziata la produzione di siringhe pre-riempite e avviata la realizzazione di carpule pronte all’uso — dispositivi cruciali nel settore della somministrazione di farmaci biologici. I restanti 150 milioni saranno invece impiegati in Nord America, a testimonianza della dimensione globale dell’azienda, ma con il cuore ancora saldamente radicato in Italia.

Un legame profondo con il territorio

Dietro questa visione industriale c’è un uomo: Franco Stevanato, presidente esecutivo del gruppo.
Con parole semplici e dirette, racconta l’importanza del legame tra l’azienda e la provincia di Latina: Siamo qui dal 1993. Latina è un hub farmaceutico storico, e qui c’è anche il futuro del biotech. Le case farmaceutiche stanno sviluppando nuove molecole, e noi siamo pronti ad accompagnarle. L’indotto cresce, e con esso la voglia di investire.
La forza dell’Agro Pontino, secondo Stevanato, sta nella sua cultura farmaceutica consolidata. Una tradizione silenziosa, fatta di conoscenza tecnica, precisione, etica del lavoro. «Abbiamo trovato un terreno fertile per le competenze: ingegneri, chimici, biologi, operai specializzati. Molti li abbiamo assunti direttamente, senza interinali, per permettere loro di beneficiare pienamente del nostro sistema di welfare aziendale».

Un dettaglio non da poco: le figure di vertice dello stabilimento sono quasi tutte under 40. Un segnale fortissimo che punta su una leadership giovane, attenta, umile, con una mentalità aperta al cambiamento e alla collaborazione.

Dalla bottega del falegname al biotech mondiale

L’ascesa del gruppo Stevanato ha qualcosa di profondamente italiano, quasi romantico. Tutto nasce nel 1949, quando Giovanni Stevanato, un falegname con lo sguardo lungo, decide di produrre flaconi in vetro a Mestre. Da quell’intuizione, tre generazioni dopo, è nata un’azienda che oggi produce 10 miliardi di pezzi all’anno, conta 5.500 dipendenti in 13 stabilimenti distribuiti in 10 Paesi, e serve 700 clienti nel mondo, tra cui le 25 case farmaceutiche più importanti del pianeta.

Il 90% del fatturato arriva dall’estero. Eppure, nonostante la dimensione internazionale, il gruppo non dimentica mai da dove è partito. Cisterna è un esempio lampante: qui non c’è solo un impianto produttivo, ma una comunità che cresce insieme all’azienda.

L’Agro Pontino, tra sfide e opportunità

Il territorio, certo, non è privo di criticità. La carenza di infrastrutture è un limite noto. Ma c’è qualcosa che fa la differenza: la voglia delle istituzioni di collaborare, di costruire, di fare rete. «Abbiamo trovato interlocutori disposti a dialogare, a sostenere il cambiamento. Ed è questa disponibilità che fa la differenza, perché solo con un territorio che ti supporta si può davvero creare occupazione stabile e di qualità».

In un’Italia che spesso racconta solo storie di delocalizzazione, licenziamenti, crisi aziendali, quella di Stevanato a Cisterna è una pagina luminosa, che dimostra come si possa ancora fare impresa in modo etico, innovativo e inclusivo.

Un messaggio di speranza

Alla fine, questa non è solo la storia di un investimento o di un’impresa di successo. È la storia di una rigenerazione. Di un luogo che ha saputo rinascere. Di giovani che hanno trovato un’opportunità. Di un’azienda che ha scelto di restare, investire, scommettere sul futuro.

E allora, guardando oggi quello stabilimento di vetro e acciaio che si staglia nell’Agro Pontino, viene da pensare che sì, l’Italia può ancora essere terra di industria, innovazione e lavoro. Basta crederci. E investire con coraggio.

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