Mondo Convenienza: un nome che suona come una promessa di risparmio per i clienti, ma che nasconde una realtà ben diversa per chi ogni giorno garantisce che quei mobili arrivino nelle case degli italiani. A San Giuliano Milanese, davanti ai cancelli dell’azienda, i lavoratori sono scesi in piazza per dire basta allo sfruttamento selvaggio che li costringe a turni massacranti, stipendi da fame e condizioni di lavoro indegne di un paese civile. La protesta, organizzata dal sindacato di base USB, chiede l’apertura immediata di un tavolo di confronto con le aziende che gestiscono in appalto il magazzino e le consegne. Ma dall’altra parte, per ora, solo silenzio e indifferenza.
Schiavi del trasporto: 14 ore di lavoro per una paga misera
Quello che emerge dalle testimonianze dei lavoratori è un quadro agghiacciante: turni che variano dalle 12 alle 14 ore al giorno, percorrenze che possono raggiungere i 400 chilometri, straordinari non riconosciuti e un sistema di appalti che rende impossibile qualsiasi forma di tutela. “I clienti pagano per la consegna al piano, ma i nostri stipendi restano invariati. Lavoriamo come muli senza alcun diritto”, denuncia uno dei manifestanti. La situazione peggiora se si considera che per gli addetti alle consegne non esistono permessi, riduzioni di orario o riconoscimenti per il lavoro usurante. È il trionfo della logica del massimo profitto sulle spalle dei più deboli.
Appalti e sfruttamento: il gioco sporco delle aziende
Mondo Convenienza si nasconde dietro il paravento delle aziende appaltatrici, che a loro volta scaricano le responsabilità sui lavoratori. Un meccanismo perfettamente oliato che consente alla grande distribuzione di mantenere bassi i costi e di non dover rispondere delle condizioni di chi ogni giorno permette all’azienda di funzionare. Un sistema marcio, che ha trasformato il settore delle consegne in un far west di precarietà e sfruttamento. E mentre i lavoratori scioperano, i vertici aziendali restano arroccati nelle loro torri d’avorio, ben lontani dalla fatica e dal sudore di chi garantisce i loro profitti.
USB: "Ora basta, aprite un tavolo di confronto"
Il sindacato USB ha chiesto con forza l’apertura di un tavolo di confronto con le aziende appaltatrici per discutere di salari, condizioni di lavoro e rispetto dei diritti. Ma la risposta è stata il silenzio. L’azienda si rifiuta di prendere atto della situazione, sperando forse che la protesta si spenga da sola. Ma i lavoratori non hanno intenzione di arrendersi. "Non possiamo più accettare di essere trattati come schiavi. Se non ci ascoltano, siamo pronti a bloccare tutto", avverte un delegato sindacale.
Un paese sempre più ingiusto
Questa vicenda è solo l’ennesima dimostrazione di come in Italia il lavoro stia diventando sempre più precario, sempre più duro e sempre meno dignitoso. Mentre le aziende fanno utili milionari, chi lavora vive con stipendi miseri e condizioni sempre peggiori. Il governo e le istituzioni tacciono, complici di un sistema che considera il lavoratore una merce usa e getta. Ma i lavoratori di Mondo Convenienza hanno deciso di alzare la testa. E se l’azienda non vuole ascoltare, allora sarà il momento di alzare la voce, di bloccare le consegne, di fermare il sistema. Perché senza lavoratori, Mondo Convenienza non è nulla. E questo, prima o poi, anche i vertici aziendali dovranno capirlo.
